Lungo il cammino dei pellegrini: percorsi per il Giubileo 2025

Vi proponiamo una visita di mezza giornata a tre chiese bolognesi che al grande interesse storico e artistico uniscono profonde tradizioni religiose e devozionali: un affascinante itinerario che abbraccia secoli di storia della chiesa bolognese.

 

Alle origini della cristianità a Bologna: La Chiesa dei Santi Vitale e Agricola

La chiesa sorge nel luogo dove i due santi furono martirizzati nell’anno 304. I loro corpi, sepolti nei pressi dell’attuale complesso stefaniano, vennero ritrovati nel 392 da Sant’Ambrogio che ne ha narrato la storia e diffuso la devozione. Il servo Vitale e il padrone Agricola morirono insieme, uniti nel sacrificio, esemplari testimoni di fede e fratellanza per l’intera città, che da allora li ha sempre venerati. Si ripercorre la stria dei due protomartiri visitando l’antichissima cripta, la pala dell’altare maggiore racchiusa nella monumentale ancona lignea. Si sosta poi nell’annessa cappella di Santa Maria degli Angeli.

 

Il complesso di Santo Stefano, o la “Santa Gerusalemme” di Bologna

Questo sacro luogo, menzionato già nel IX secolo col titolo di Sancta Hierusalem, fu importante meta di pellegrinaggio fin dal Medioevo, quando cominciò a diffondersi in tutta Europa il culto dei Luoghi Santi. Questa identità simbolica, probabilmente iniziata dal vescovo Petronio dopo il suo viaggio a Gerusalemme (V secolo), si rafforzò con le ricostruzioni dei secoli XI-XII, quando nell’antica rotonda dedicata a Santo Stefano, venne eretta una copia del Santo Sepolcro e nell’intero complesso si addensarono le rappresentazioni dei luoghi della passione, morte e resurrezione di Cristo, offrendo ai pellegrini un completo percorso di redenzione.

 

La basilica di San Petronio: un simbolo di pace e riconciliazione cittadina

San Petronio, che già abbiamo incontrato nella visita a Santo Stefano nella sua funzione storica di vescovo, divenne nel XIII secolo il principale patrono della città, assunto a difensore del libero Comune. Il suo attributo è l’immagine stessa della città, murata e turrita, che regge nella mano in segno di protezione. La profonda devozione che lega il santo al popolo bolognese si manifesta in questa basilica, eretta a partire dal 1390 per volere delle autorità comunali. L’architettura affidata ad Antonio di Vincenzo, affiancato da un grande religioso del tempo, Andrea da Faenza, è uno splendido esempio di tardo gotico padano, largo e arioso; uno spazio tanto vasto da accogliere tutta la comunità dei fedeli.

Nel ripercorrere le travagliate vicende costruttive di questo “tempio civico” e i tesori d’arte che custodisce si coglie il forte legame tra fede e virtù civili, nella costante difesa della libertà municipale